“Nel 2050 potremmo trovarci catapultati in un’era pre-antibiotica, senza più difese contro malattie infettive oggi curabili con una semplice compressa.” È questo il drammatico scenario lanciato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Biella, che ha deciso di agire subito, partendo proprio dai giovani. È nato così il progetto “E se le medicine non funzionassero più?”, un ambizioso piano di formazione che coinvolge le scuole superiori del territorio.
“Il cuore dell'iniziativa – dichiara il Presidente Franco Ferrero - è la sensibilizzazione sulla crescente emergenza sanitaria dell'antibiotico-resistenza, fenomeno che, se non affrontato tempestivamente, rischia di riportarci indietro di oltre un secolo nella lotta contro le infezioni”. Attualmente, in Europa, oltre 35.000 persone muoiono ogni anno a causa di batteri resistenti agli antibiotici e in Italia, si registra uno dei tassi più elevati del continente. Le stime globali sono ancora più allarmanti: si prevede che nel 2050 i decessi legati a infezioni non più curabili possano superare i 10 milioni l’anno, superando persino quelli per tumori.
“Con una visione One Health, che comprende la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, compresi i vegetali – continua Ferrero - il progetto ha l’obiettivo di formare e informare studenti, insegnanti e famiglie su un uso prudente degli antibiotici, partendo da una fascia cruciale: i ragazzi tra i 15 e i 18 anni. Sono loro gli adulti del domani. È in questa età che si possono gettare le basi per un cambiamento culturale duraturo”.
La risposta delle scuole è stata positiva: ad oggi hanno aderito due istituti biellesi, il Liceo G. e Q. Sella e l’I.I.S. E. Bona, per un totale di oltre 250 studenti coinvolti. Le prime giornate formative partiranno già questo giovedì, con sessioni di 5 ore al liceo classico, seguite da un evento più ampio da 10 ore. I gruppi classe saranno suddivisi in moduli da 45 studenti, con tre eventi in calendario solo per questa prima fase. Il percorso sarà guidato da una figura d’eccezione: il professor Roberto Mattina, ordinario di Microbiologia all’Università degli Studi di Milano e autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche. Il suo intervento, articolato in più tappe, toccherà temi fondamentali: dal mondo dei microbi al funzionamento degli antibiotici, dai meccanismi di resistenza ai comportamenti virtuosi per arginare il fenomeno.
«Non si tratta solo di una lezione – sottolineano i promotori – ma di un momento di crescita collettiva. I ragazzi non saranno spettatori, ma veri e propri ambasciatori di una nuova consapevolezza, capaci di riportare in famiglia e nella società ciò che avranno appreso». Oltre agli studenti, saranno coinvolti anche i docenti, con momenti formativi dedicati per garantire la continuità e l'efficacia del progetto nel tempo. È previsto anche un questionario rivolto alle famiglie, per comprendere abitudini, pratiche e consapevolezza nell’uso degli antibiotici all’interno delle mura domestiche. L’obiettivo è duplice: raccogliere dati utili e innescare un dialogo intergenerazionale sulla salute pubblica.
L’antibiotico-resistenza, come sottolineato dai documenti del Piano Nazionale di Contrasto (PNCAR 2022–2025), non è solo un problema medico, ma una sfida etica, culturale e sociale. Tutti possiamo fare la nostra parte: dai cittadini ai medici, dai veterinari ai farmacisti, passando per istituzioni, ricercatori e produttori. E proprio le scuole si candidano a diventare il punto di partenza per invertire la rotta.
«Con un utilizzo virtuoso degli antibiotici – conclude Ferrero – c’è ancora la possibilità di invertire la rotta ridurre la resistenza e salvare milioni di vite, ma bisogna agire... e bisogna farlo subito!»
Cosa fare per contrastare l’antibiotico-resistenza?
- Usare antibiotici solo su prescrizione medica;
- Non interrompere le cure prima del tempo indicato;
- Non assumere antibiotici avanzati da precedenti terapie;
- Non usare antibiotici per virus come l’influenza;
- Informarsi e informare: la conoscenza è la prima arma.