Desertificazione commerciale: termine nuovo che sta ad indicare il fenomeno della continua chiusura delle “botteghe” e dei negozi tradizionali sia in città che nei comuni più piccoli. Accanto al commercio anche gli sportelli bancari si sono ridotti e non solo nei piccoli centri.
I dati pubblicati dall’ISTAT individuano i fattori della crisi del commercio al dettaglio tradizionale: dal 2015 al 2024 le vendite on line sono cresciute del 178,6%, i discount del 65,2%, i supermercati del 22,2%. Oltre 100 mila attività al dettaglio tradizionale e 23 mila di commercio ambulante sono scomparse in Italia in dodici anni. Il canale dei negozi di vicinato per la distribuzione è diventato sempre più marginale e la distribuzione del commercio al dettaglio sta diventando sempre di più controllata da poche grandi società della grande distribuzione e dalle multinazionali che stanno gestendo tutte le operazioni di acquisto on line di milioni di italiani che sempre più spesso utilizzano questa opportunità veloce e sovente economica.
Oltre che nei borghi ma anche nelle piccole e medie città le vetrine spente e le saracinesche abbassate sono una realtà che sembra non arrestarsi contribuendo a diffondere un senso di abbandono e anche di insicurezza per residenti. Il piccolo negozio ha un legame con il quartiere, con i propri clienti fornendo un servizio anche di qualità. La funzione sociale e di aggregazione del commercio tradizionale permette una maggiore coesione degli abitanti e in particolar modo degli anziani che non sempre riescono a raggiungere la grande distribuzione e il venditore elettronico.
L’abbandono delle attività tradizionali provoca sovente anche il danno economico con il crollo del valore degli immobili. Non solo ma con la grande distribuzione e la vendita elettronica si genera a mio avviso anche una concorrenza non equa se teniamo presente che i costi dei prodotti definiti con i produttori o grossisti saranno decisamente più elevati rispetto a quelli ottenuti dalle grandi società e in particolar modo dalle multinazionali del web: però il prezzo finale per il consumatore per molti prodotti sarà certamente più favorevole.
Da parte delle associazioni di categoria e anche dagli enti pubblici, da tempo si stanno attuando le prime iniziative per cercare di arginare lo “spopolamento commerciale” con incentivi, contributi e introducendo dove possibile un calmiere per gli affitti. Nostalgia per i “piccoli bazar” del paese dove si trovavano sia i prodotti alimentari che le pale per la neve o i piccoli attrezzi per la casa? Il processo di chiusura delle attività credo sia irreversibile se non con una maggiore specializzazione per i prodotti del territorio e con la vera qualità pensando anche al turismo locale. Nel frattempo restiamo in attesa delle consegne dei pacchi con i “droni cargo” che tra l’altro risolverebbero anche problemi di trasporto tradizionali.