Benessere e Salute - 10 marzo 2019, 07:00

"La fertilità maschile, un patrimonio da preservare giorno dopo giorno"

Consigli utili e avvertenze in relazione all'apparato uro-genitale e alla sfera sessuale maschile in generale. E' la nuova rubrica del dottor Mauro Silvani, urologo specialista in endocrinologia, indirizzo andrologico

"La fertilità maschile, un patrimonio da preservare giorno dopo giorno"

L’infertilità maschile , cioè la ridotta  capacità riproduttiva  dell’uomo  rappresenta una realtà  in progressivo aumento. Si parla di infertilità di coppia quando  dopo circa un anno  di rapporti sessuali non protetti non si ottiene una gravidanza. La componente maschile incide nell’infertilità per il 25% circa, il  25%  è riconducibile invece alla donna e per il rimanente 50% le cause sono della coppia in senso lato. Le coppie infertili in Italia sono circa il 15-20 %. Le cause dell’infertilità maschile  sono  diverse. Alcune patologie urogenitali sono presenti fin dall’adolescenza (varicocele, idrocele, testicolo ritenuto). Un ruolo importante rivestono le infezioni dell’apparato urogenitale, più precisamente prostatiti ed orchiepididimiti, condilomatosi, favorite spesso dal mancato utilizzo del profilattico. Un ruolo rilevante rivestono  alcune terapie farmacologiche, stili di vita inappropriati  con ricorso a sostanze d’abuso come droghe, anabolizzanti alcool, fumo e anche l’obesità che sia nell’uomo  che nella donna correla negativamente con la salute riproduttiva. Un dato certo è che la fertilità del maschio italiano  ha subito un progressivo decadimento dagli anni 60 ai nostri giorni. L’esame del liquido seminale mostrava negli anni 60 infatti una concentrazione ed una vitalità degli spermatozoi di gran lunga migliore rispetto a quella odierna. La riduzione della concentrazione spermatozoaria si attesta intorno al 59,3%, contribuendo in modo significativo al calo delle nascite. Il trend di infertilità non è geograficamente omogeneo ma presenta delle differenze di aree nell’ambito di una stessa nazione o addirittura della stessa regione. Uno studio effettuato dal centro di Andrologia dell’Università di Pisa  su 10.000 uomini esaminati dal1975 al 1995, età media 29 anni dimostrava una grande variabilità  territoriale nazionale legata a molteplici fattori in cui il peggioramento era più significativo nelle aree urbane metropolitane rispetto alle rurali. Esaminando le cause di infertilità legata a patologie dell’apparato urogenitale una delle più frequenti è il varicocele (16,6%)  cioè una dilatazione delle vene del funicolo spermatico, di quella struttura che veicola al suo interno arterie, vene e nervi destinati al testicolo. In definitiva trattasi di una varice analogamente a quelle degli arti inferiori. La stasi di sangue  a livello scrotale  aumenta la temperatura del testicolo e ciò determina la produzione di un numero di spermatozoi ridotto e soprattutto poco mobili,poco vitali , e talora con delle anomalie strutturali. In tal caso lo spermatozoo avrà un percorso  difficile talora impossibile, nei genitali femminili dalla vagina fino alla tuba ove avviene la fecondazione. Questa alterazione della fertilità maschile va sotto il nome complesso di oligoastenoteratospermia. Negli ultimi anni specie dopo l’abolizione della leva obbligatoria e della visita correlata l’incidenza di infertilità legata al varicocele è in aumento. Il varicocele è una patologia  insidiosa a lento sviluppo, spesso scoperta quando ormai la dilatazione è molto importante e provoca dolore scrotale, avvertita come senso di peso doloroso inguinale e scrotale, in  particolare dopo attività fisica e/o una prolungata stazione eretta. In altre circostanze è scoperto in occasione  di indagini per infertilità di coppia, in tal caso spesso si nota  un’ipotrofia del didimo cioè una diminuzione  del suo volume. In questi casi l’intervento chirurgico è consigliato e nel 25-30% dei casi  operati  si ottiene un concepimento spontaneo entro 9 mesi dalla chirurgia. Altra causa di infertilità sono le infezioni  urogenitali che, possono interessare testicolo epdidimo e prostata ( 9%).Le infezioni descritte stanno aumentando per la tendenza specie nei giovani a rapporti sessuali non protetti. Il rischio è quello di contrarre  infezioni oltre che da germi comuni anche da patogeni come la Clamidia, Ureaplasma , gonococco, HPV ( papilloma virus) oltre le malattie a trasmissione sessuale classiche ( MST) che se non riconosciute, o trattate  scorrettamente hanno ripercussioni sfavorevoli sul qualità del seme maschile. In particolare le infezioni da HPV nella donna correlano  specie alcuni ceppi antigenici, con la neoplasia della cervice uterina, nel maschio con la neoplasia del glande e con infertilità poiché è possibile la localizzazione nel liquido seminale e sulla superficie dello stesso spermatozoo. Alcuni casi di infertilità maschile sconosciuta cosiddetta idiopatica correlano con infezione del liquido seminale da HPV. Molti ricercatori sostengono infatti  il ricorso alla vaccinazione da HPV anche  nell’uomo oltre che nella donna. Il criptorchidismo , la mancata discesa del testicolo  nello scroto, evidente fin dai primi anni di vita , va trattato rapidamente per il rischio accentuato di neoplasia e per l’infertilità che ne consegue. Le anomalie del sistema cromosomico incidono nella infertilità per meno dell’uno per cento. ( S.Klinefelter) sono molto rare ma vanno ricercate in casi sospetti,il soggetto che ne risulta affetto presente un’ipotrofia testicolare bilaterale una ridottissima concentrazione di testosterone, la diagnosi è clinica laboratoristica e genetica attraverso la  valutazione  della mappa cromosomica che mostra in tal caso un cromosoma sessuale in più del tipo 47XXY.  I traumi genitali  se non  trattati precocemente possono esitare in infertilità. Molti farmaci , soprattutto i chemioterapici sono dannosi per la fertilità. Pertanto nei pazienti giovani candidati a chemioterapia per leucemie, linfomi  o altre neoplasie è consigliato assolutamente il  deposito del liquido seminale presso banca del seme. Alcuni stili di vita sono a rischio per la fertilità. L’uso di sostanze dopanti, tutte le tipologie di droghe leggere, cannabinoidi o pesanti ,eroina , cocaina,determinano infertilità perché agiscono  su un delicato sistema endocrino che e’ l’asse ipotalamo –ipofisi- testicolo, attraverso una diminuita produzione di testosterone ed FSH cioè l’ormone prodotto dall‘ipofisi che regola la produzione di spermatozoi ( spermatogenesi). Nel testicolo sono stati recentemente individuati  dei recettori per i cannabinoidi ( CB1-CB2) con risultato di una maggiore incidenza di cancro del testicolo in coloro che fanno ricorso a tali sostanze. Sono molti i giovani e meno giovani che , frequentatori abituali di palestre  per ottenere un fisico “ mesomorfo” fanno ricorso ad anabolizzanti , testosterone o suoi derivati che, ad alte dosi  sopprimono la produzione di testosterone endogeno cioè quello prodotto dal testicolo e provocano danni talori irreversibili  sul  testicolo con compromissione della fertilità. Accanto  a  questi comportamenti a rischio  ne esistono altri che, tutti i giorni minacciano la salute riproduttiva maschile. Prendiamo in esame i rischi derivanti da una scorretta alimentazione e talora l’obesità che ne consegue. Nell’uomo l’obesità provoca un aumento  del livello circolante  di estrogeni  in quanto il testosterone è convertito  in estrogeni ad opera di un’enzima, l’aromatasi  presente nel tessuto adiposo. Inoltre l’obesità correla con la sindrome metabolica, una condizione associata  a dislipidemia, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari, nonché  problematiche urologiche, come i disturbi ostruttivi ed irritativi del basso apparato urinario ( LUTS) e la disfunzione erettile. Alcuni alimenti  possono determinare un aumento dei radicali liberi dell’ossigeno cosiddetti ROS con, il risultato di un precoce invecchiamento cellulare. La dieta pertanto dovrebbe essere  povera di zuccheri raffinati o semplici, grassi saturi,proteine di origine animale, privilegiando frutta che contiene zuccheri complessi e verdura , proteine vegetali cioè legumi, grassi insaturi contenuti in olio di oliva e yogurt. Si tratta di micronutrienti che antagonizzzano l’insorgenza di radicali liberi dell’ossigeno con effetto antiossidante. Una dieta appropriata è quella ricca di nutrienti  come quelli sopra descritti e anche di vitamine del gruppo A,E,C,D, folati , elettroliti, sodio, potassio magnesio, zinco necessari  ad implementare il potere antiossidante cellulare. Il vino rosso è una bevanda che contiene polifenoli in particolare il revseratrolo che risulta un potente antiossidante con effetto antInfiammatorio, antiaggregante neuroprotettiva. In definitiva anche il liquido seminale risente  molto della dieta adottata. Molto del tempo di ciascuno di noi è trascorso in ambiente lavorativo. Esiste un impatto dell’esposizione lavorativa sulla fertilità. Circa il trenta per cento della propria vita una persona la trascorre in ambiente lavorativo. È un tempo paragonabile alla visione della  versione completa di 700 edizioni della champion’s leaugue. A parte questo parallelismo calcistico suggestivo, sono molte le esposizioni  ambientali che possono  interagire  sulla fertilità maschile. Le radiazioni ionizzanti a cui sono esposti molti lavoratori, tipo personale sanitario, quello delle centrali nucleari,  in dosi  superiori a quelle soglia determinano una riduzione drastica  del numero  della motilita e della forma degli spermatozoi. Analogo effetto possono provocare le onde elettromagnetiche ed i pesticidi. Altri elementi che possono determinare danno sulla fertilità sono il piombo  inorganico, cadmio, il manganese, il mercurio. Gli spermatozoi sono elementi molto sensibili, agli stress endogeni ed esogeni perché dalla pubertà in poi  subiscono continue  replicazioni con più possibilità di mutazioni e danno sulla spermatogenesi. Questi inquinanti ambientali possono determinare inoltre delle alterazioni epigenetiche trasmesse allo spermatozoo ed all’ovulo  nel preconcepimento  con una maggiore abortività e la possibilità di sviluppare in caso di gravidanza neoplasie già fin dai primi anni di vita. In definitiva il liquido seminale è un  marker sensibile e precoce di salute ambientale e non solo riproduttiva. In tale prospettiva  l’andrologia rappresenta, attraverso  l’analisi del liquido  seminale, un’antenna epidemiologica,o meglio un sistema organo funzionale sentinella,  specialmente nei territori a rischio di  inquinamento ambientale. L’apparato riproduttivo maschile è molto vulnerabile alle influenze provenienti dall’ambiente in particolare  in alcune fasi dello sviluppo biologico dalla fase intrauterina all’infanzia, alla pubertà ed all’adolescenza. Si tratta di momenti molto delicati in cui si assiste a mutamenti biologico , ormonali immunitari, cioè delle porte espositive in cui si possono inserire noxae patogene  che rappresentano un danno alla salute riproduttiva maschile. Pertanto tutelare la fertilità  non significa solo promuovere la salute riproduttiva, ma prevenire molte della patologie croniche degenerative dell’adulto proprio in relazione agli effetti sulle generazioni dell’inquinamento trasmissibili per via epigenetica attraverso la linea germinale del testicolo. Uno stile di vita sano previene l’invecchiamento precoce, molte patologie e preserva la fertilità maschile.

Mauro Silvani - Urologo e specialista in endocrinologia, indirizzo andrologico

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