CRONACA - 18 marzo 2017, 09:20

Migranti lavoratori "volontari" all'ex hotel Coggiola

Nei giorni scorsi erano numerosi i richiedenti asilo ospiti del Colibrì, gestito dalla cooperativa Versoprobo, impegnati in alcune attività nel futuro centro d'accoglienza. Dubbi sulle modalità e sull'opportunità di tale iniziativa

Migranti lavoratori "volontari" all'ex hotel Coggiola

La segnalazione giunge alla redazione di Newsbiella nella mattinata del 14 marzo. Alcuni residenti della zona di fronte all’ex hotel Coggiola di via Cottolengo, a Biella, probabile futuro nuovo centro d’accoglienza per richiedenti asilo, notano un paio di furgoni fermi davanti all’ingresso con presunti migranti intenti a scaricare mattonelle. Un via vai che non passa inosservato e che, secondo alcune testimonianze dura da qualche giorno. Sul posto arriva la polizia municipale per verificare la situazione. Scattano multe per la sosta sui marciapiedi di entrambi i mezzi e, inoltre, vengono identificati i soggetti presenti, due italiani e tre stranieri. Questi ultimi, da un successivo controllo, risultano essere ospiti dell’ex hotel Colibrì, centro d’accoglienza gestito dalla cooperativa vercellese Versoprobo, la stessa che ha partecipato al recente bando per l’affidamento del servizio di assistenza e di accoglienza dei richiedenti asilo politico e che potrebbe gestire prossimamente anche il Coggiola. La scena si è ripetuta il 15 marzo, quando i cittadini intravedono gli stessi movimenti, un furgone “marchiato” Versoprobo e un numero maggiore di presenze dentro e fuori dall’hotel. Secondo il racconto di un residente, poco prima dell’arrivo degli uomini Spresal incaricati di verificare la regolarità di quanto stava accadendo, i ragazzi all’interno dell’hotel sono spariti nel nulla.

Qualcuno sospetta che, di fatto, si tratti di manodopera svolta in maniera non legittima da ospiti di una struttura di cui potrebbe occuparsi la stessa cooperativa.  

Newsbiella ha interpellato un responsabile del Servizio di prevenzione salute ambienti di lavoro il quale, sulla vicenda, fa sapere che si stanno svolgendo le dovute verifiche.

Ma se una persona lavora volontariamente senza essere retribuita per conto di un ente o cooperativa è assimilato ad un lavoratore. Quindi deve essere abilitato al 100% sul fronte della sicurezza, della preparazione e della contrattualistica in base alle leggi vigenti. Si parla di volontariato solo in presenza di associazioni e, secondo lo Spresal, le cooperative non rientrano in questo ambito.

Inoltre ai richiedenti asilo é consentito svolgere attivitá lavorativa in Italia, regolamentata, dopo che sono trascorsi 60 giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale.

I dubbi permangono: normalmente i migranti svolgono lavori di pubblica utilità, come da protocollo d'intesa stilato in Prefettura, in forma del tutto volontaria. In questo caso è tutto regolare?

Versoprobo, attraverso il coordinatore Roberto Rosas contattato da un cronista de Il Giornale giunto in città per occuparsi della situazione migranti, fa sapere che i ragazzi svolgono lavori in qualità di volontari. Alcuni di loro hanno confermato di aver svolto attività all'interno del Coggiola e di non aver ricevuto compensi. 

Difficile, dunque, stabilire la legalità di tali procedure anche se i pareri sono abbastanza chiari. Certo è che alcune domande hanno bisogno, ancora, di evidenti risposte. 

l.l.

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