Copertina - 01 giugno 2024, 00:00

Nicole Orlando: La grinta come marchio di fabbrica

Vietato dire "non ce la faccio"!

Nicole Orlando: La grinta come marchio di fabbrica

Nicole Orlando: La grinta come marchio di fabbrica

Non tutti possono vantare una pagina su Wikipedia in cui vengono riportati i propri successi e le caratteristiche che ti fanno diventare unico. Ne è passato di tempo da quei mondiali in Sudafrica, nel 2015, quando la ragazza biellese divenne un'icona dello sport citata dal Premier Renzi e poi, nel discorso di fine anno, dal Presidente Sergio Mattarella. Eventi, opportunità, spettacolo che l’hanno catapultata sotto i riflettori, ma Nicole non ha mai perso il suo spirito e soprattutto la sua purezza e la sua semplicità animata solo da una voglia incredibile di imparare e di conoscere. Il suo mantra è "mai arrendersi" ed è così che anche oggi percorre la sua strada.

Nicole Orlando: "vietato dire non ce la faccio" è ormai quasi diventato un marchio di fabbrica, oltre che un libro; da dove nasce tutta questa grinta?

"Vietato dire non ce la faccio", questo è il motto che mi hanno insegnato fin da piccola: non mollare mai davanti alle difficoltà. Ho tanta grinta e determinazione perché voglio sempre raggiungere i miei obiettivi.

La notorietà e le citazioni avute all’inizio ti hanno un po’ spaventata o inorgoglita?

Non mi sono spaventata, ero felice di essere al centro dell’attenzione e tutto sommato questo mi piace molto.

Quali sono gli episodi e le iniziative che ricordi con maggior enfasi?

La sera di Capodanno a Bielmonte quando il Presidente Sergio Mattarella ha citato il mio nome: avevo le farfalle nello stomaco, tutto era fantastico.

Quali, invece, le esperienze che non faresti più?

Rifarei tutto, senza eccezione, ogni esperienza mi ha comunque arricchita.

Quanto è importante lo sport e la partecipazione ad eventi sportivi per trovare sempre nuovi stimoli e traguardi?

Per me lo sport è molto importante, è la mia passione ed ho praticato un sacco di discipline. E' come la vita, si impara a vincere e a perdere, a stare con gli altri, a rispettare le regole e le differenze. Partecipare ad eventi sportivi mi affascina tanto perché posso viaggiare anche da sola e aumentare la mia autonomia oltre a conoscere altre persone di altri paesi.

Quando hai iniziato a fare sport e per merito di chi?

Ho iniziato prestissimo; a un anno ero già in acqua in piscina e a poco più di tre anni Anna Miglietta mi ha portato in piscina ed è stato amore a prima vista per lo sport

Quali sono le tue specialità e cosa ti piace di più?

Devo dire che ho praticato di tutto e soprattutto in atletica: cento metri piani, lungo, peso, disco, giavellotto triathlon (che contempla i cento piani, il lungo e il peso) e le staffette 4 x 100 e 4 x 400. Le discipline che amo di più sono giavellotto e salto in lungo.

Quale è stata la prima gara vinta e cosa hai provato quando sei salita sul podio?

Un gioia incontenibile, mi ricordo di aver vinto la mia prima gara a Roma agli europei nei cento metri, ero così felice che appena tagliato il traguardo mi sono messa a fare la ruota.

Come superi i momenti di debolezza?

Nei momenti di debolezza metto le mani sul mio cuore mi concentro e non mollo mai come il mio motto "vietato dire non c’è la faccio".

Da qualche mese hai cominciato a lavorare a Città Studi com’è questa esperienza? Il tuo datore di lavoro dice che sei una forza della natura e che ogni giorno lavori sempre con maggior entusiasmo, qual‘è la ricetta che ci puoi fornire per essere sempre al top ?

Mi trovo benissimo con il mio datore di lavoro e con i miei colleghi, ogni giorno imparo sempre cose nuove. La ricetta per essere sempre al top è molto semplice: impegnarsi al massimo con tanta passione e amore

Cos’è Biella per te ?

Biella è la città dove sono nata e dove vivo. Qui ho frequentato tutte le scuole e ho iniziato a fare sport con la Ginnastica La Marmora sezione Team Ability. Mi piace perché c’è tanto verde. Amo la natura e appena posso faccio delle bellissime passeggiate

Un sogno nel cassetto ?

Mi piacerebbe poter partecipare almeno a una paraolimpiade ma so che purtroppo ci vorrà ancora troppo tempo prima che accettino noi atleti con sindrome di Down. Nel frattempo mi accontenterei di fare magari un film o comunque di formare una famiglia con il mio ragazzo

In bocca al lupo Nicole e grazie per il tuo esempio .

Giuseppe Rasolo

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