ATTUALITÀ - 07 giugno 2024, 11:00

Importanti novità per le persone con disabilità, parla Anffas: “DL 62 cambia il modo di fare servizi, ecco perchè"

E aggiunge: “ Il cambiamento, inoltre, lo dovremo fare soprattutto noi operatori del sociale. Dovremo ripensare il modo con cui facciamo i servizi alla persona, dovremo cambiare il modo di fare progettazione”.

anffas biellese

Importanti novità per le persone con disabilità, parla Anffas: “DL 62 cambia il modo di fare servizi, ecco perchè"

Importantissime novità per le persone con disabilità, le loro famiglie e tutti gli operatori professionali del settore. Il decreto legislativo del 3 maggio 2024, numero 62, pubblicato in Gazzetta ufficiale, ha infatti una portata epocale. La misura riguarda la definizione della condizione di disabilità, la valutazione di base, l’accomodamento ragionevole, la valutazione multidimensionale, l’elaborazione e l’attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato. Ora tutto questo è legge dello Stato. Si tratta di uno dei decreti attuativi, il cuore della riforma, della legge Delega sulla disabilità, un testo normativo con importanti cambiamenti nell’attuale normativa relativa alla condizione di disabilità.

“Oltre a modificare la terminologia anche legislativa, spero di non sentir più parlare di 'diversamente abili', il DL 62, rivolterà completamente il modo di fare servizi per le persone con disabilità - commenta Ivo Manavella, di Anffas Biellese -. Finalmente passiamo da un sistema servizio-centrico ad un sistema persona-centrico. Questo comporta delle difficoltà, perché ovviamente ci vorranno risorse da investire. Il cambiamento, inoltre, lo dovremo fare soprattutto noi operatori del sociale. Dovremo ripensare il modo con cui facciamo i servizi alla persona, dovremo cambiare il modo di fare progettazione”.

“In Anffas abbiamo cominciato a formare i nostri operatori, ispirandoci a questo sistema, da circa 8 anni - spiega Vito Catania, psicologo, in forza in Anffas -. Per questo siamo consapevoli di quanto sia difficile cambiare mentalità, di quante resistenze si possono trovare lungo il percorso proprio da chi lavora e vive nel nostro ambiente professionale. Abbiamo già sperimentato le modalità di lavoro richieste dal D.L. 62 facendo alcuni progetti di vita, che sono stati accolti positivamente dai servizi territoriali. Abbiamo operatori in grado di sviluppare e seguire i progetti di vita così come previsti dalla legge. E abbiamo già delle progettualità coerenti con la nuova norma. Siamo però consapevoli che per una corretta e completa attuazione della norma ci vorranno anni (almeno 10) e bisognerà formare nuovi operatori a questo nuovo modo di fare welfare. La strada è ancora lunga. Ma molti passi avanti sono stati fatti”.

Redazione g. c.

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