Biella - 25 agosto 2024, 13:20

Oropa: L'Anniversario della Incoronazione della Madonna FOTOGALLERY

Oropa: L'Anniversario della Incoronazione della Madonna - Foto Chiarini per newsbiella.it

Oropa: L'Anniversario della Incoronazione della Madonna - Foto Chiarini per newsbiella.it

A distanza di tre anni dall’Incoronazione della Madonna di Oropa, oggi domenica 25 agosto 2024 il Santuario ha festeggiato l’anniversario con la Solenne Celebrazione Eucaristica. L’apertura ufficiale delle celebrazioni ha avuto luogo sul sagrato della Basilica Superiore dove ha avuto inizio inizio la Processione.La radice di questa commemorazione risale all’ultima domenica di agosto del lontano 1620. In quel giorno memorabile, la Basilica Antica fu consacrata e la Madonna di Oropa fu incoronata per la prima volta. Questo gesto, intriso di profonda devozione e gratitudine, fu compiuto dal popolo biellese in risposta a una pestilenza che aveva afflitto la regione. Questa tradizione solenne si è poi rinnovata ogni secolo, fino alla V Incoronazione celebrata il 29 agosto del 2021.Un altro elemento fondamentale di questa tradizione è rappresentato dalla storia Basilica Superiore, consacrata anch’essa l’ultima domenica di agosto, nel 1960, dopo quasi un secolo di lavori. La Basilica Superiore ha riaperto le sue porte il 30 agosto 2020, in seguito a un’importante opera di restauro e consolidamento.

All'evento erano presenti i Sindaci, le Autorità, le Forze dell'Ordine, le associazioni e tanti pellegrini arrivati per prendere parte alla giornata di commemorazione. Nella sua omelia, davanti a una Basilica gremita, il Vescovo Roberto Farinella ha ripercorso la storia della Basilica e sottolineato l'importanza del Santuario per la Comunità biellese:

"Carissime sorelle, carissimi fratelli, Illustri Autorità, cari sacerdoti,

oggi celebriamo la Festa della Dedicazione di queste splendide Basiliche di Oropa, che il nostro Popolo ha eretto in onore della Santa Madre di Dio.

La prima Basilica, quella antica, conserva da secoli il sacello che custodisce il cuore del nostro Santuario: la preziosa e venerata effigie della Madonna Nera; oggi si ricorda anche la dedicazione di questa monumentale Basilica, più recente, consacrata nel 1960, che accoglie i numerosi fedeli in occasione dei grandi pellegrinaggi. Entrambe le Basiliche formano  come una Casa dove i fedeli incontrano la propria Madre celeste.

In questa celebrazione facciamo inoltre memoria delle centenarie incoronazioni con le quali l’effigie della Vergine Maria è stata impreziosita dalla regale corona (insieme al Bambino) e avvolta in un manto di misericordia, che racconta la storia della nostra devozione, come possiamo tutti notare.

Pensando a questo giorno particolare – sappiamo che ogni occasione che abbiamo di venire ad Oropa sottolinea un aspetto diverso della nostra fede e della storia di questo Santuario che è anche la storia del nostro Popolo:  ci sono almeno due segni che attirano la mia attenzione e che caratterizzano questa celebrazione.

Il primo lo abbiamo appena vissuto: è la processione con la quale è iniziata la liturgia; il secondo ci porta ad un atto di venerazione ed è la sacra effige stessa, la statua della Beata Vergine Maria di Oropa.

Questi due segni concreti, ben interpretati, ci aiutano ad accogliere il messaggio della Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato e a ravvivare la nostra fede e la nostra partecipazione alla significativa ricorrenza odierna.

La processione. Essa richiama i tanti pellegrinaggi che giungono a questo Santuario e le tante processioni che in esso si svolgono.  Il fatto che venga ripetuto anche nella solennità odierna ci invita a leggerlo in chiave simbolica. Ogni processione, ogni pellegrinaggio ha una sua meta che è la Casa del Padre, dove il Signore, la Vergine Santa con gli angeli e i santi ci attendono. Siamo anche noi un popolo in cammino, che lungo le strade di questa vita si impegna a realizzare un mondo come Dio lo vuole: un mondo dove non vi siano più lacrime di dolore, di malattie, di fame, di sopruso ma piuttosto una terra abitata da un popolo che sa amare, perdonare e camminare insieme. 

Con questo atteggiamento interiore, il nostro sguardo può ora rivolgersi al secondo segno, molto più importante: l’antica effige della Madonna Nera che è, per così dire, il centro vitale, il cuore, la gemma del Santuario di Oropa.

È un’immagine molto bella, antica, ma anche molto semplice: la Vergine Madre tiene in braccio il Figlio di Dio, nell’atto di presentarlo a noi e di volercelo donare. Qui la grazia appare nella sua concretezza, spogliata di ogni rivestimento nell’effigie c’è solo l’essenziale: Donna e Figlio: «Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4).

La Donna è la piena di grazia, concepita senza peccato, immacolata, anche Dio si stupisce – dice San Bernardo–, e l’ha scelta come Madre perché è figlia del suo Figlio: Il Bambino tiene nella mano sinistra una colomba o una tortorella segno di pace e col il braccio destro benedice.  La prima benedetta è Lei, la Madre, la Benedetta fra tutte le donne. Maria ha sul suo capo una corona come dice il Libro dell’Apocalisse di dodici stelle e il suo manto scuro lascia risaltare la veste dorata del Figlio: in Lui e solo in Lui, abita tutta la pienezza della divinità; lei, a viso scoperto, riflette la sua gloria. Polvere non v’è su quel volto.

Carissimi, quando veniamo ad Oropa non dimentichiamo mai che la grazia più grande che Maria ci fa, mentre posa il suo sguardo benedicente su di noi, è questa: ci ripete: “questi è mio figlio, il Figlio di Dio, amato dal Padre, accoglilo nella tua vita, nella tua casa, nel tuo cuore”.

Prendiamoci un po’ di tempo per andare, anche dopo se possiamo, a sostare in preghiera davanti l’effigie di Maria. Nel silenzio affidiamo tutte le nostre preghiere e suppliche come facciamo quest’oggi a nome anche di tutto il nostro Popolo, di tutta la comunità ecclesiale e civile, che qui sono rappresentate dai cari fedeli e pastori, e dalle sue stimate Autorità, nei loro variegati impegni.

Siamo qui radunati come una specie di avanguardia per invocare l’intercessione di Maria Santissima sulla nostra città, su tutte le comunità della nostra Diocesi e per il mondo intero. Chiediamo pace, per la Terra Santa e per l’Ucraina, ma ovunque sono ancora terribili focolai di odio e violenza.

Vorrei concludere rivolgendomi alla Vergine Santa con le parole di San Cirillo di Alessandria al termine del Concilio di Efeso: «Ti saluto, o Maria, Madre di Dio, tu che hai portato la luce, tu purissima. Ti saluto, Vergine Maria, Madre e serva. Vergine, per mezzo di Colui che è nato da te; Madre, per Colui che hai tenuto tra le tue braccia. […]» (Omelia 11: PG 77). Santa Madre di Dio, prega per noi. Sia per tutti una giornata di letizia e di gioia a gloria di Dio!"
Mons. Roberto Farinella 

redazione c

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