CRONACA - 26 agosto 2024, 15:00

Il calcio piange la morte di Sven Goran Eriksson, l'allenatore gentiluomo grande rivale della Juve

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Il calcio piange la morte di Sven Goran Eriksson, l'allenatore gentiluomo grande rivale della Juve

L'annuncio era atteso da un momento all'altro ma non per questo ha fatto meno male. A 76 anni si è spento oggi Sven-Göran Eriksson, l'allenatore gentiluomo che ad inizio anno aveva rivelato al mondo intero di essere affetto da un cancro non curabile.

Per questo lo svedese in questi ultimi mesi di vita ha voluto tornare nei luoghi e nelle città dove aveva allenato, facendosi apprezzare da tutti per le sue doti umane e una signorilità non comune in un ambiente popolato di squali come il calcio. Da giovane allenatore del Goteborg si era messo in luce e poi con il Befica aveva messo in crisi la Roma in Coppa Uefa nel 1983, l'anno del secondo scudetto giallorosso, tanto che due estati dopo fu chiamato proprio lui a raccogliere l'eredità del 'maestro' e connazionale Liedholm tornato al Milan.

Alla guida della Roma, dopo una prima stagione difficile, nel 1985-86 diede vita ad una intensissima sfida scudetto con la Juve, cui seppe recuperare un notevole svantaggio, arrivando ad agguantare i bianconeri di Trapattoni a due domeniche dalla fine: ma quando si stava per materializzare l'incredibile, la sua squadra perse incredibilmente in casa 3-3 alla penultima contro il Lecce già retrocesso, aprendo la strada all'ennesimo trionfo juventino.

Eriksson in Italia ha allenato anche la Fiorentina e la Sampdoria (vincendo una Coppa Italia nel 1994), ma è soprattutto con la Lazio che ha vissuto le sue stagioni migliori. Lui che aveva guidato la Roma, passò dall'altra parte del Tevere senza essere accusato di essere un traditore. E negli anni d'oro della presidenza Cragnotti guidò i suoi a tantissimi successi, sia in Italia che in Europa. Compreso quello scudetto del maggio del 2000, arrivato nella domenica in cui la Juve di Ancelotti affondò nella palude di Perugia, perdendo all'ultima giornata su un campo impraticabile un titolo che pareva già vinto.

Eriksson ha guidato anche la nazionale inglese, il suo stile da gentiluomo si è fatto apprezzare ovunque, non è un caso che sia unanime il cordoglio che è giunto quando è arrivata la conferma della sua morte prematura. Buon viaggio Sven, che la terra ti sia lieve.

Massimo De Marzi (Torino Oggi)

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