Benessere e Salute - 03 ottobre 2024, 16:00

"Medici sicari" se fanno aborti? Da Torino parte la rivolta dell'Ordine contro le parole di Papa Francesco: "Il Governo ci difenda"

papa francesco

"Medici sicari" se fanno aborti? Da Torino parte la rivolta dell'Ordine contro le parole di Papa Francesco: "Il Governo ci difenda"

"Sicari" i medici che praticano l'aborto. Così li ha definiti, nei giorni scorsi, Papa Francesco, riferendosi ai camici bianchi che effettuano interventi di interruzione di gravidanza. Una definizione che ha fatto scalpore, ma che ha finito per sollevare un malumore nella categoria che oggi da Torino trova una sua sintesi e una voce attraverso il presidente dell'Ordine, Guido Giustetto.

Il massimo rappresentante torinese dei medici, infatti, ha preso carta e penna per rivolgersi al ministro della Salute, Orazio Schillaci e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani chiedendo di “valutare una ferma presa di posizione nei confronti dello Stato della Città del Vaticano” per le parole di Bergoglio.

Dunque non un dibattito "spirituale", quello imbastito dall'Ordine, ma letteralmente un rapporto tra Stati: quello Vaticano, appunto e quello italiano. “Come mediche e medici rispettiamo i diritti riconosciuti dallo Stato italiano” scrive l’Ordine. Le affermazioni del Pontefice, continua la lettera, attribuiscono “un marchio di infamia sulla categoria medica”, oltre a essere “al limite dell’ingerenza nella legittimità di una norma di legge del nostro Stato”.

Nel testo, Giustetto ribadisce che, come medici, "rispettiamo sempre e non giudichiamo le decisioni assunte dalle persone sulla propria salute. Rinnoviamo dunque la sorpresa e il dispiacere che esprimemmo direttamente al Papa nell’ottobre del 2018, quando già allora appellò pubblicamente con il termine “sicari” i medici non obiettori che praticano l’interruzione di gravidanza". E la vicenda rischia di arrivare in Sala Rossa tramite il ginecologo, ma soprattutto capogruppo dei Radicali +Europa Silvio Viale, che ha presentato una mozione dove chiede all'amministrazione Lo Russo di manifestare "solidarietà ai medici ed operatori sanitari che applicano l'interruzione volontaria di gravidanza". L'atto chiede anche di sollecitare la Città della Salute a revocare la convenzione con le associazione pro-vita che gestiscono la "Stanza dell'Ascolto" per il "suo forte valore di interferenza nel luogo in cui le donne hanno il diritto di accedere per l'IVG".

Massimiliano Sciullo e Cinzia Gatti (Torino Oggi)

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