L'Italia continua a registrare un alto numero di vittime sul lavoro, con 680 decessi nei primi otto mesi del 2024: un incremento del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. I dati, forniti dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, tracciano una mappa che dovrebbe focalizzare le istituzioni sulla sicurezza e le condizioni lavorative degli italiani. Il Piemonte, rispetto alle altre regioni, si colloca in una fascia intermedia classificata come “zona” gialla, mentre in altre aree d’Italia, i dati sembrano preoccupanti, evidenziando numerose tendenze negative.
In Piemonte, da gennaio ad agosto 2024, sono state registrate 31 morti in occasione di lavoro, un dato che colloca la regione nella fascia di rischio moderato, con un'incidenza infortunistica compresa tra il 75% e il 100% rispetto alla media nazionale, pari o poco inferiore alle altre regioni. L'incidenza media, a livello nazionale, è di 21,5 morti per milione di lavoratori. Altre regioni del Nord come la Valle d'Aosta e il Trentino-Alto Adige, invece, sono in “zona rossa”, con livelli di rischio superiori del 25% rispetto alla media.
Nonostante il Piemonte non si collochi nelle regioni più colpite, i dati restano preoccupanti, specialmente in un contesto lavorativo che vede una crescita complessiva delle denunce di infortunio (+0,9% rispetto al 2023). A livello nazionale, infatti, le segnalazioni hanno raggiunto quota 386.554, con un aumento di quasi 3.000 casi rispetto all'anno precedente.
I dati dipingono un quadro drammatico: sono 507 le vittime in occasione di lavoro e 173 quelle decedute in itinere, ossia nel tragitto casa-lavoro. Il settore delle costruzioni rimane il più colpito, con 92 vittime registrate. Altre categorie a rischio includono le attività manifatturiere (60 morti) e il settore dei trasporti e magazzinaggio (53).
Le regioni con le incidenze di mortalità più elevate includono la Valle d'Aosta, l'Umbria, il Trentino-Alto Adige, la Sicilia, il Molise e la Calabria, tutte classificate in “zona rossa”. In contrapposizione, Veneto, Liguria e Marche emergono come le regioni più sicure, rientrando nella “zona bianca” con un'incidenza inferiore al 75% della media nazionale.
Nonostante il miglioramento in alcune regioni del Paese, il problema della sicurezza rimane una ferita aperta. Come dichiarano i responsabili del monitoraggio: “È fondamentale concentrarsi sull'incidenza infortunistica, un indicatore che permette di analizzare meglio le carenze di sicurezza nei vari settori e territori. Le regioni come il Piemonte, pur essendo in una posizione di rischio intermedio, devono continuare a potenziare le misure di prevenzione, soprattutto nei settori più colpiti come le costruzioni e la manifattura.”