In finanza rischio e rendimento sono due facce della stessa medaglia: questo significa che se mi accontento di rendimenti più modesti posso avere dei rischi più contenuti, e viceversa se ambisco a ritorni più consistenti.
La suddivisione degli investimenti sulla base dell’orizzonte temporale è molto importante, al fine di gestire il rischio e massimizzare il rendimento secondo il periodo per il quale si prevede di rimanere investiti.
In generale si può considerare:
Brevissimo termine (meno di 1 anno)
Obiettivo: ottenere un minimo di ritorno al fine di preservare il potere d’acquisto dall’effetto dell’inflazione (non si tratta di un vero e proprio investimento ma di una protezione).
Strumenti:
· Conto corrente remunerato: si consiglia di detenere una giacenza media inferiore a 5.000 € per risparmiare l’imposta di bollo annua di 34,20 €. Qualora occorra liquidità maggiore, nulla vieta di avere più conti correnti con giacenza inferiore ai 5.000 €.
· Conto deposito non vincolato: oggi si trovano tassi di rendimento intorno al 3% annuo lordo.
· Titoli di Stato: BOT o strumenti analoghi dell’area Euro.
· Obbligazioni con vita residua entro l’orizzonte temporale: utilizzabili anche da chi ha minusvalenze da recuperare (vanno acquistate con prezzo inferiore a quello di rimborso). Consigliabili quelle governative area Euro.
Breve termine (1 – 3 anni)
Obiettivo: preservare il capitale.
Strumenti:
· Conto deposito vincolato: con vincolo temporale entro l’orizzonte temporale. Offre un rendimento maggiore rispetto alla versione non vincolata.
· Titoli di Stato: BOT o strumenti analoghi dell’area Euro.
· Obbligazioni di breve durata: in particolare area Euro.
· ETF monetari o su obbligazioni a breve termine
Medio termine (4 – 10 anni)
Obiettivo: bilanciare la crescita ed il livello di rischio.
Strumenti:
· Obbligazioni di media durata: si può aggiungere qualcosa al di fuori dell’area Euro, esempio USA.
· Obbligazioni corporate (obbligazioni emesse da singole Società): prediligere quelle con merito creditizio maggiore e utilizzarle solamente se offrono un rendimento ben rapportato rispetto al maggiore rischio che si corre acquistando obbligazioni governative.
· ETF bilanciati: strutturati con all’interno una componente azionaria ed una obbligazionaria.
· Fondi di investimento multi asset: simili agli ETF bilanciati, ma a gestione attiva.
· Materie prime e metalli preziosi: esempio oro, per tratte vantaggio dai periodi di inflazione crescente.
· Singole azioni: solo quelle difensive (che oscillano meno) e in percentuale minima.
Lungo termine (maggiore di 10 anni)
Obiettivo: massimizzare il rendimento.
Strumenti:
· Obbligazioni di lunga durata: a seconda dei contesti di mercato, se offrono un rendimento più invitante rispetto a quelle di media durata.
· ETF azionari: si possono utilizzare quelli che replicano i principali indici mondiali (esempio MSCI World e S&P 500).
· Fondi di investimento azionari: come per gli ETF azionari.
· ETF su mercati emergenti: con o senza copertura valutaria.
· ETF su titoli tecnologici: per esempio quello che replica l’indice Nasdaq.
· Investimenti immobiliari o su beni reali: non solo immobili ma anche vini da investimento e liquori. Esistono diverse proposte, anche per i non esperti del settore.
· Private equity e venture capital: solo per chi possiede capitali più grandi.
In linea di principio è riduttivo stabilire a priori gli strumenti che possono oppure non possono essere utilizzati, basandosi esclusivamente sull’orizzonte temporale.
Quanto appena riportato è una linea generale che va adattata ad ogni investitore, anche sulla base della tolleranza soggettiva al rischio: a quel punto si potranno stabilire le varie percentuali di asset da utilizzare per la costruzione del portafoglio ottimale.
Andrea Fabbris – Consulente Finanziario Indipendente
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