Riceviamo e pubblichiamo:
"Sei anni sono trascorsi da quel 26 ottobre quando, con centinaia di Famiglie, venivamo a conoscenza dello scandalo delle doppie cremazioni e altro, commesse al Tempio Crematorio di Biella.
La gestione della famiglia Ravetti ( Socrebi) non ebbe nessun scrupolo nel lucrare sulle cremazioni , non curanti del lutto e del dolore delle Famiglie.
Le indagini, le prove, le confessioni, le condanne dei Ravetti, la trasmissione “Le Jene”, la chiusura del Tempio Crematorio per 4 anni con costi in più per le Famiglie biellesi che dovettero far cremare il proprio Caro in altre città …il nostro dolore mai sopito!
Sabato 26 ottobre, con alcuni Parenti, ci siamo ritrovati, come tutti gli anni, per ricordare e perché nessuno dimentichi! Don Vittorino Pasquin nella sua omelia, ha pronunciato parole e preghiere di profondo conforto e di verità. Grazie!
Però a fronte di un mai sopraggiunto pronunciamento di pentimento e di scuse da parte dei Ravetti e dopo la condanna e le sentenze passate in giudicato, la Socrebi (Ravetti) ha avuto ancora il “coraggio” di chiedere al Comune di Biella i danni d’immagine (milionari) e la restituzione dell’impianto…come posso perdonare?
In 500 Famiglie facemmo querela e nonostante tutto quello che emerse dalle indagini e dagli interrogatori, la Procura archiviò la stragrande maggioranza delle istanze inoltrate: come posso dire che “la giustizia” ha fatto il suo corso?
Entrando nei locali del crematorio, ho preso un volantino dei tanti messi a disposizione al pubblico dalla ditta che, attualmente, gestisce il Tempio. Tra le altre cose c’è scritto: “Il Tempio crematorio apre le sue porte” “…trasparenza e informazione”” …comprendere come avviene una cremazione” .
Uno spiraglio di luce e di chiarezza in una storia orribile e dolorosa che ha ancora delle ombre e dei punti interrogativi e che, per me, in attesa della causa civile, non è ancora finita".