Sono circa 28.580 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per novembre 2024, valore che sale a 82.560 se si considera l’intero trimestre ottobre-dicembre 2024. Lo dice l'ultima rilevazione di Excelsior Unioncamere Piemonte, che mostra comunque una flessione rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Ma soprattutto, come ormai accade da anni, si registra soprattutto la difficoltà nel trovare determinate tipologie di professionisti. In 50 casi su 100, infatti, le imprese prevedono difficoltà a trovare i profili desiderati. Le difficoltà di reperimento sono legate soprattutto alla mancanza di candidati (34,8%, in crescita rispetto a novembre 2023), cui segue l’inadeguata preparazione degli stessi (12,2%, stabile, invece, rispetto a un anno fa).
Le criticità maggiori riguardano la ricerca di tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, ma anche operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, operai specializzati in installazione e manutenzione di attrezzature elettriche e/o elettroniche e di professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali. Le imprese piemontesi prevedono, inoltre, difficoltà superiori alla media nel reperimento di fabbri ferrai costruttori di utensili (74,4%), meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (74,1%) e tecnici della salute (72,3%).
Il 53,5% delle assunzioni programmate per il mese di novembre riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 19,7% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 26,8% grandi aziende (250 dipendenti e oltre). Il 75,8% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente (valore in debole diminuzione rispetto a ottobre 2024), il 18,9% lavoratori somministrati (percentuale in aumento di un punto), il 2,0% collaboratori e il 3,3% altri lavoratori non alle dipendenze.
La domanda di lavoro anche a novembre 2024 è sostenuta dai contratti a tempo determinato con il 60% delle entrate programmate (stabile rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 28% dei casi (in crescita di un punto su ottobre 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 7% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 5% del totale complessivo regionale.