Riceviamo e pubblichiamo:
<<La sinistra italiana ha smarrito la sua missione. Troppo impegnata a cercare il consenso facile e le mode del momento, ha perso la via, la voce della gente comune, delle famiglie, dei giovani senza prospettive, di chi si alza ogni mattina per mandare avanti il Paese e non trova risposte ai suoi problemi. Se vogliamo una sinistra vera, capace di cambiare la società, serve un progetto radicale, basato sui bisogni concreti della popolazione.
1. La sinistra deve parlare di economia, equità e riscatto sociale
È tempo di tornare a una politica che metta al centro la redistribuzione delle ricchezze e l’equità sociale, perché senza queste basi nessuno può avere un futuro sicuro. La sinistra deve parlare di come migliorare la qualità della vita della gente comune, di come dare speranza e dignità attraverso opportunità vere. Sono questi i temi che la politica dovrebbe affrontare, non le battaglie di facciata.
2. I sindacati devono tornare a lottare e a lottare davvero
I sindacati, troppo impegnati a tutelare i propri privilegi, hanno abbandonato chi lotta per tenersi il lavoro. Serve un movimento sindacale che torni a essere internazionale: se una multinazionale decide di chiudere in Italia per spostarsi altrove, non basta fermare uno stabilimento, bisogna bloccare la produzione della stessa. Solo così possiamo fare pressione vera e riportare al centro i diritti delle persone.
3. Basta con le battaglie identitarie che distolgono dai temi sociali
La sinistra non può perdersi in teorie identitarie, dimenticando i problemi che toccano ogni giorno la gente comune. La vita privata delle persone è importante, ma non deve distogliere dai temi centrali come l’economia, il lavoro e il benessere sociale. C’è bisogno di una sinistra che parli di ciò che davvero fa la differenza nelle case e nelle famiglie.
4. La sinistra deve essere radicale e concreta, non “radical chic”
Basta con il buonismo di facciata, con l’immagine di una sinistra che “fa i buoni” ma è distante dalla realtà. La vera sinistra non è quella dei like e dei social, ma quella delle azioni concrete per migliorare la vita della gente comune. Non dobbiamo essere “buoni” per compiacere, ma duri e coerenti nella lotta contro le disuguaglianze>>.