Il 2024, in Piemonte, si profila come l’anno maggiormente piovoso degli ultimi 70 anni. Sembra confermato, ma l’ultimo breve periodo di avvicinamento al 2025 affermerà le previsioni emerse dal bollettino di Arpa Piemonte, in merito alle precipitazioni di quest’anno.
Febbraio, marzo, maggio e ottobre hanno fatto accumulare nel bacino del Po 1491 mm di pioggia, quota di 28 mm inferiore rispetto all’attuale record del 1977, facilmente superabili entro fine anno. Tutto questo solo due anni dopo la grande siccità del 2022, quando nell’area piemontese caddero in totale solamente 620 mm nell’arco dei 365 giorni, a testimonianza di un'alternanza di estremi climatici sempre più tangibili. Forti venti e rischio idrogeologico non sono nuovi ai biellesi, che nell’arco di pochi mesi hanno assistito alla caduta di alberi secolari, corsi d’acqua abbondanti e una fitta rete di inconvenienti dovuti all’incombenza della crisi climatica, illusoriamente alleggerita dall’espressione “cambiamento”.
L'anomalia delle precipitazioni di ottobre è distribuita su tutto il Piemonte, con alcune aree come il Torinese e il Pinerolese che hanno visto accumuli fino al 250% oltre la media. Il surplus di piogge è presente ovunque nella regione, con risultati particolarmente marcati nelle zone montane al confine ligure. Il capoluogo registra il secondo valori più alto fra gennaio e ottobre, degli ultimi due secoli, battuto solo dal 1810.
Dopo un settembre freddo, ottobre ha segnato un’inversione di marcia, con temperature di 1,5°C superiori rispetto alla norma. Nel Biellese le temperature hanno visto un incremento con l’abbondanza di piogge, per poi calare nelle settimane successive. Nonostante la presenza di piogge da record, il 2024 si conferma fra gli anni più caldi, confermando la tendenza al riscaldamento globale.
Nonostante i danni dovute alle esondazioni e alle frane, i bacini idrici si sono nuovamente stabilizzati, riportando le riserve idriche ai livelli pre-siccità. Alcune aree classificate “estreme” a causa della mancanza di acqua, oggi superano la norma, di circa il 18%.
Portate fluviali, acque sotterranee e falde acquifere mostrano un innalzamento generale su tutta la regione, confermando gli effetti compensativi e rafforzando le risorse idriche regionali.