“Nel negoziato condotto dall’Unione Europea a nome dei 27, l’Italia ha portato la sua strategia per una finanza climatica più efficace che rifletta i nuovi equilibri globali con alcuni obiettivi specifici: allargare la base dei contributori con un ruolo maggiore dei paesi sin qui non considerati donatori;contabilizzare i contributi delle banche multilaterali di sviluppo; incoraggiare le iniziative filantropiche; favorire meccanismi che, partendo dai contributi degli stati, spingano i grandi investitori a finanziare progetti per una decarbonizzazione come motore di sviluppo nei paesi più vulnerabili. Con una semplificazione potremmo dire che abbiamo portato lo spirito del Piano Mattei nel dibattito della COP29.Il significato e la rilevanza del numero finale vanno analizzati rispetto al risultato raggiunto nell’allargare la platea di attori che partecipano a questo processo e soprattutto al modo in cui vi partecipano, utilizzando ad esempio meccanismi di finanziamento pubblico-privato che noi già stiamo sperimentando nei nostri progetti dedicati all’Africa, non solo nel settore climatico, attraverso partenariati paritari e non predatori”. È il commento del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al documento finale della COP29 di Baku.