L’endometriosi è una patologia ginecologica che può avere un impatto a dir poco rilevante sulla vita quotidiana. Condizione che si contraddistingue per la presenza di endometrio, il tessuto che riveste la parete interna dell’utero, in zone diverse dalla cavità uterina, prevede l’insorgenza di sintomi che vanno dal dolore durante il flusso mestruale e nel corso dei rapporti, senza dimenticare il dolore durante la defecazione.
Davanti a questi sintomi, è il caso di non aspettare - il ritardo diagnostico, in Italia, è piuttosto consistente e pari anche a 12 anni - e di rivolgersi subito a uno specialista (per trovare esperti verticali nel problema oggetto di questo articolo, è utile utilizzare siti che raccolgono le proposte di diverse realtà sanitarie, per confrontare le cliniche più vicine e prenotare una visita ginecologica).
A diagnosi formulata, ci sono diversi aspetti della propria quotidianità che è necessario cambiare. Uno di questi è l’approccio alla dieta. Premettendo l’importanza di procedere a cambiamenti concreti solo dopo aver chiesto consiglio al proprio medico di fiducia, ricordiamo che, in ogni caso, esistono delle regole generali. Quali sono? Vediamole nelle prossime righe!
Cosa mangiare quando si ha l’endometriosi?
L’endometriosi è una condizione che si contraddistingue per un alto livello di infiammazione dell’organismo. Con la dieta, si può intervenire per attenuare questa situazione.
Tra gli alimenti che è il caso di includere nella propria routine alimentare - e a dare consigli in merito ci hanno pensato gli esperti di realtà scientifiche di spicco come la Fondazione Italiana Endometriosi - citiamo quelli caratterizzati da un’importante quantità di fibre.
Questi nutrienti, come ben si sa, favoriscono l’efficienza della digestione e dell’intestino, rivelandosi vantaggiosi per le donne che soffrono di endometriosi in quanto contribuiscono a ridurre il dosaggio ematico di estrogeni.
In una dieta antinfiammatoria ideale per chi soffre di endometriosi, non dovrebbero mancare pure i grassi omega-3. Il loro apporto è prezioso in quanto contribuisce alla sintesi delle prostaglandine PGE1, nota per la sua azione importante contro i processi di tipo infiammatorio.
Tra gli alimenti che permettono di ottimizzare il loro apporto è possibile citare pesci come il salmone, il tonno, l’orata. Da non dimenticare è anche la frutta secca, ideale per chi è alla ricerca di idee per uno spuntino sano, senza dimenticare i semi oleosi, che possono essere aggiunti a yogurt e insalate.
Quali cibi evitare?
Quando si deve impostare una dieta contro i sintomi dell’endometriosi, non si può non considerare l’esistenza di diversi cibi che è meglio evitare. Si tratta di alimenti che esacerbano i processi infiammatori.
Quali sono? Ai primi posti della classifica ci sono i prodotti industriali, sia dolci, sia salati. Da evitare o da ridurre drasticamente è anche l’assunzione di prodotti da forno raffinati o preparati con farina 00.
Nell’ambito dei cereali, è opportuno mettere al bando l’avena e la segale. Il motivo è legato al loro essere entrambe ricche di estrogeni.
In caso di endometriosi, è il caso di ridurre o eliminare - a dare consigli specifici in merito ci penserà il dietologo - anche la carne rossa, i salumi e gli insaccati.
Essenziale è fare attenzione anche ai formaggi molto freschi e particolarmente ricchi di lattosio.
Un altro consiglio a tavola importante per chi soffre di endometriosi prevede il fatto di ridurre l’apporto di alimenti ricchi di zuccheri semplici.
Bando, invece, agli alcolici e ai superalcolici.
Si consiglia di mantenersi su quantità moderate nel caso dell’assunzione di alimenti come i formaggi stagionati, la ricotta e lo yogurt.
Il potere dell’integrazione
L’integrazione è molto importante nella gestione dell’endometriosi. Tra i supplementi consigliati più spesso è possibile menzionare la vitamina D, che contrasta la proliferazione dell’endometrio, e il magnesio, che permette di rilassare i tessuti pelvici, riducendo la sintomatologia dolorosa.