L’immagine che condividiamo oggi è un’importante testimonianza del Fondo Emigrazione e ci riporta al 1904 con un gruppo di scalpellini della Valle Cervo emigrati negli Stati Uniti. Uomini abituati alla fatica e al lavoro con la pietra, che avevano lasciato la loro terra per cercare fortuna oltreoceano, portando con sé abilità tramandate da generazioni.
Nella Valle Cervo, fare il pica pere, lo scalpellino, era più di un mestiere: era un’identità e un’eredità culturale. Per secoli, queste valli hanno visto generazioni di artigiani scolpire la sienite, un tipo di granito locale, che veniva richiesto non solo in Italia ma in tutta Europa e anche oltreoceano. Già nel Cinquecento la loro bravura non era passata inosservata: mastri da muro della Valle Cervo avevano contribuito alla costruzione del Duomo di Milano.
La necessità di trovare nuove opportunità di lavoro portò molti scalpellini a intraprendere la via dell’emigrazione. A partire dalla metà dell’Ottocento, la loro maestria nella lavorazione della pietra era richiesta non solo nelle grandi città italiane, ma anche all’estero, dove contribuirono a costruire opere pubbliche, ponti ed edifici imponenti. Così, questi uomini e le loro famiglie si sparpagliarono per il mondo, creando legami lontano da casa e portando un pezzo di Valle Cervo nelle pietre che scolpivano.