E’ stata inaugurata oggi allo Spazio cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella la mostra “Le vedute alpine di Vittorio Besso fotografo” dedicata alla scoperta dell’archivio Vittorio Besso di proprietà della Fondazione e visitata in anteprima il 20 febbraio dal fotografo di fama mondiale Steve McCurry celebre per le sue immagini delle “terre alte” a Biella per una lectio magistralis che ha voluto rendere omaggio a uno dei padri della fotografia di montagna.
La mostra, visitata anche dalla famiglia Besso giunta appositamente da Imperia, sarà visitabile fino al 27 aprile e fa parte di un trittico di mostre dedicate alla montagna allestite presso Spazio Cultura; l’esposizione intende valorizzare il consistente nucleo di panorami e vedute delle Alpi del Fondo Besso che, costituito non solo da riprese di carattere montano, contiene immagini che spaziano dal ritratto alla rappresentazione di opere storico-artistiche di grafica, pittura, scultura e architettura, comprendendo anche campagne documentali e territoriali, esemplificando nella sua interezza quello che fu il suo operato durante una lunga quarantennale carriera (1859-1895), rappresentando la produzione tipica di un Gabinetto fotografico dell’Ottocento.
L’allestimento di questa mostra presso Spazio Cultura, in contemporanea alla personale “Steve McCurry. Uplands&Icons” allestita fra Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero, rappresenta una straordinaria opportunità per mettere in dialogo uno dei padri della fotografia storica di montagna con uno dei grandi fotografi viventi che alle “terre alte” ha dedicato immagini indimenticabili - Commenta il Presidente Michele Colombo - Un incontro e un rispecchiamento emozionante, che si riscontra nel coraggio e nella determinazione con cui Vittorio Besso affrontò le campagne fotografiche alpine con i limitati e disagevoli mezzi tecnici della sua epoca, come nell’urgenza di documentare e ritrarre che ritroviamo nell’avventura di Steve McCurry al seguito di bande di ribelli e con pochi preziosi negativi cuciti addosso. Un virtuale muto dialogo che la Fondazione ha voluto creare per rendere omaggio non solo alla visita di McCurry a Biella, ma allo spirito di tutti i fotoreporter che hanno fatto del loro lavoro una missione di vita”.
L’esposizione si compone di un nucleo di stampe fotografiche storiche affiancate a stampe fine-art contemporanee ottenute dalle lastre originali di questo pioniere della fotografia italiana, selezione estrapolata dalla sua produzione ascrivibile all’ultimo quarto del XIX secolo: fotografie ad alta quota realizzate esplorando le Alpi lungo un arco geografico che si estende dal Monviso alla catena del Monte Rosa al seguito delle ascensioni alpinistiche del CAI e delle escursioni venatorie del Re Vittorio Emanuele II. Ben un terzo delle fotografie del fondo Besso ha soggetto montano, troviamo a fianco di quelle dal taglio paesaggistico quelle che ritraggono personaggi ripresi all’alpeggio, portatori, pastori in posa a proprio agio e naturali nelle posture, talune serie sconfinano nel reportage con valenza etnografica e antropologica, degne di una narrazione moderna e di un sentire contemporaneo oltre alle preziosissime immagini che mostrano i topografi di fine 800 all’opera, con tacheometro, stadia e squadro, strumenti usati in quel periodo, con i cavalli e gli asini per il trasporto delle attrezzature, probabilmente impegnati nel rilievo della prima levata della carta topografica d'Italia.
Troviamo in mostra scatti singoli, visioni d’insieme di vallate che ricalcano una tradizione iconografica già consolidata linguisticamente nella produzione grafica e pittorica dall’ultimo quarto del XVIII secolo e successivamente confermata nell’operato dei primi fotografi della montagna. Affiancate abbiamo un altro gruppo di riprese, realizzate spesso anch’esse ad alta quota ma adottando la tecnica della panoramica circolare; dall’analisi e comparazione visiva condotte nel corpus delle negative, diverse lastre accostate le une alle altre compongono una vista d’insieme, questa tipologia di immagini non seguiva l’intento di condurre in un’esperienza immersiva, intendeva soppiantare la grafica nella rappresentazione del territorio a fini scientifici, geognostici e topografici. Le singole riprese delle panoramiche, oggetto di negativi distinti, erano realizzate dal Besso per essere successivamente affiancate dopo la stampa delle singole copie su carta, le quali successivamente incollate le une accanto alle altre ricomponevano la veduta d’insieme che veniva montata su un cartone di sostegno intestato e con didascalia.
É possibile prendere visione di questa tipologia di lavorazione grazie ad un originale storico esposto e di proprietà del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), una ripresa del Monte Rosa intitolato Panorama del Ghiacciaio del Lys e di un’illustrazione con didascalia Panorama del ghiacciaio del Lys, visto dalla Morena, sinistra laterale (da fotografia di V.Besso) alle quali sono state affiancate per l’occasione le lastre negative originali, che si potranno contestualizzare e osservare insieme. Si è scelto di ricostruire per l’esposizione 9 esemplari delle vedute circolari delle vette delle Alpi, restituendole con stampe contemporanee fine-art ottenute dalla digitalizzazione delle lastre del fondo fotografico Vittorio Besso, le più lunghe delle quali hanno uno sviluppo compreso fra 160-200cm circa.
Per la stesura delle didascalie delle panoramiche, in mostra e in catalogo, si è aperta la collaborazione con il CGI che ha realizzato, a cura di Gianni Mortara e Stefano Perona, delle Schede descrittive delle fotografie di Vittorio Besso nell’ambiente montano piemontese e valdostano, fornendo dove possibile l’ubicazione dei punti di ripresa e indicazioni sul soggetto anche tramite confronti e commenti, partendo dalle informazioni originali ricavate sulle schede di manutenzione conservativa redatte nel 2011, sulle quali erano state trascritte le didascalie originali – commenta la curatrice Daniela Giordi che con Silvio Ortolani ha curato oltre alla mostra il riordino e restauro del fondo Besso.
Affiancate ai citati prestiti del Comitato Glaciologico Italiano, la sezione storica comprende una selezione di stampe dell’Ottocento e la macchina fotografica di Vittorio Besso di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Per arricchire l’esposizione, provengono dall’Archivio Fotografico Sella di Biella 19 stampe all’albumina di Vittorio Besso montate sia su cartonatura storica di sostegno, che sui formati cabinet card e carte de visite. La Fondazione Sella ha fornito anche supporto condividendo per lo studio le carte, le immagini e la competenza di Andrea Pivotto, conservatore dell’archivio della Fondazione. Una curiosità per gli appassionati della fotografia di montagna, fu proprio Vittorio Besso a prestare la propria camera fotografica a Vittorio Sella per la sua prima panoramica effettuata dal campanile di San Gerolamo di Biella, nel giugno del 1879.
Il Fondo Besso, dal 2011 di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, a seguito della cessione da parte degli eredi del fotografo, non è costituito unicamente da soggetti di carattere montano e nella sua interezza esemplifica ottimamente quello che fu l’operato di Vittorio Besso durante la sua lunga carriera (1859-1895), oltre che la produzione tipica di un Gabinetto fotografico dell’Ottocento. Le immagini che compongono il fondo sono la testimonianza anche materiale della sua eredità: stampe fotografiche su carta all’albumina, lastre negative al collodio e alla gelatina ai sali d’argento; trattasi di un corpus archivistico di notevole valenza, con immagini che spaziano fra quelle di rappresentazione storico-artistica (grafica, pittura, scultura, architettura), alle campagne fotografiche documentali e territoriali in particolare il Biellese con i suoi panorami e paesaggi.
Dai documenti della cessione da parte degli eredi, il fondo Besso è così ripartito: 530 lastre negative; 142 stampe originali; macchina fotografica completa di soffietto e ottiche per lastre di grandi dimensioni (24x30 e 30x40 cm); elenco manoscritto delle lastre e dei soggetti, unitamente alle copie a stampa del catalogo delle vedute; copie fotostatiche dei cataloghi dell’intera produzione di Vittorio Besso.