ECONOMIA - 07 marzo 2025, 07:30

Crisi manifatturiera in Piemonte: Confartigianato evidenzia il trend negativo

Moda e meccanica i settori più colpiti.

Crisi manifatturiera in Piemonte: Confartigianato evidenzia il trend negativo.

Crisi manifatturiera in Piemonte: Confartigianato evidenzia il trend negativo.

L’indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2025, condotta da Confartigianato Imprese Piemonte, evidenzia un ulteriore peggioramento della situazione economica regionale, confermando una tendenza negativa già registrata alla fine del 2024. I dati raccolti delineano un quadro di difficoltà per il comparto artigianale e manifatturiero, con particolare criticità nei settori della meccanica e della moda, che risultano tra i più colpiti.

L’analisi statistica ha evidenziato un calo significativo degli ordinativi, che sono scesi dal -12,79% al -14,88%, segnalando una riduzione della domanda che impatta sulla produzione complessiva. La flessione della produzione totale è ancora più marcata, passando dal -12,79% al -16,33%. Parallelamente, si registra una riduzione degli investimenti: la percentuale di imprese che non ha programmato investimenti è aumentata dal 76,64% al 78,20%, evidenziando una maggiore prudenza da parte degli imprenditori, che preferiscono rinviare nuovi progetti in un contesto di incertezza.

L’andamento occupazionale risulta in forte sofferenza, con una riduzione degli occupati dal -3,96% al -7,54%, mentre le assunzioni di apprendisti mostrano un calo ancora più drastico, passando dal -18,62% al -24,86%. Questi numeri segnalano una crescente difficoltà nel ricambio generazionale e nell’inserimento di nuove risorse nel settore. La situazione appare problematica anche sul fronte delle esportazioni: sebbene la previsione di acquisizione di nuovi ordini per l’export sia leggermente migliorata, passando dal -28,04% al -24,76%, il dato rimane comunque negativo, confermando la difficoltà delle imprese piemontesi a posizionarsi in modo competitivo sui mercati esteri. A peggiorare ulteriormente il quadro economico vi è un calo della regolarità negli incassi, scesa dal 66,23% al 61,22%. Contestualmente, aumentano i ritardi nei pagamenti, passando dal 33,42% al 37,90%, mentre le previsioni di anticipi negli incassi rimangono marginali, con un lieve aumento dallo 0,35% allo 0,88%.

Il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici, ha commentato i dati sottolineando il peggioramento del trend negativo già riscontrato alla fine del 2024. La crisi si è ulteriormente accentuata, con ripercussioni particolarmente gravi nei settori della meccanica e della moda, che hanno visto un’impennata delle richieste di cassa integrazione. Tra le principali cause del peggioramento economico, Felici indica la complessa situazione geopolitica, che ha raggiunto il terzo anno di conflitto in Ucraina, e il caro energia, che continua a pesare in modo significativo sulle imprese. L’analisi dei dati Eurostat mostra che il prezzo dell’energia elettrica per le imprese italiane della fascia di consumo fino a 20 MWh – che rappresenta l’88% dei punti di prelievo del mercato non domestico – è il più alto tra i 27 paesi dell’Unione Europea, superando del 22,5% la media europea. Questa condizione rende particolarmente difficile la competitività delle aziende piemontesi, che si trovano a dover sostenere costi energetici superiori rispetto ai loro concorrenti esteri.

Il caro energia non incide solo sulle imprese, ma ha anche effetti diretti sui bilanci familiari, riducendo il potere d’acquisto dei cittadini e comprimendo i consumi. Ciò si traduce in una contrazione della domanda interna, con effetti negativi a catena sull’economia locale e sui settori manifatturieri, in particolare moda e meccanica, che storicamente costituiscono una parte importante del Made in Italy.

Felici evidenzia la necessità di interventi strutturali e non solo di misure tampone. Ritiene che la crisi attuale richieda una strategia a medio-lungo termine che preveda azioni coraggiose e investimenti mirati. Non si tratta soltanto di affrontare una congiuntura difficile, ma di gestire un cambiamento più profondo nell’assetto geoeconomico internazionale, accelerato dalla globalizzazione. Secondo Felici, è essenziale che l’Italia non resti indietro e che si adottino politiche di supporto più incisive.

Una prima risposta da parte del governo è arrivata con l’approvazione di un disegno di legge per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese. Il provvedimento prevede incentivi per le aggregazioni tra imprese, semplificazioni amministrative, facilitazioni nell’accesso al credito e la valorizzazione del trasferimento generazionale delle competenze. Sebbene molte delle richieste avanzate da Confartigianato siano state accolte, secondo Felici vi sono ancora alcuni aspetti che necessitano di approfondimento.

Un esempio è il fondo specifico per il settore Moda, considerato positivo ma ritenuto insufficiente, poiché sarebbe necessario estendere gli aiuti all’intero comparto manifatturiero. Felici sottolinea l’importanza di preservare la manifattura locale, che rappresenta un patrimonio economico e sociale da salvaguardare e incentivare. In gioco, conclude, vi sono non solo posti di lavoro, ma il futuro stesso dell’economia del territorio piemontese.

L’indagine congiunturale è stata condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte attraverso un questionario telematico rivolto a un campione significativo di 2.250 imprese appartenenti ai comparti della produzione e dei servizi. Le aziende selezionate rappresentano le realtà più rilevanti dell’artigianato piemontese, offrendo un quadro statistico attendibile sulle tendenze economiche del settore.

L’analisi del primo trimestre 2025 conferma una situazione di forte criticità per l’economia piemontese, con una contrazione generalizzata degli indicatori economici e produttivi. La crisi colpisce in particolare la meccanica e la moda, settori storicamente trainanti per il territorio.

La complessa situazione geopolitica, l’elevato costo dell’energia e la riduzione degli investimenti stanno mettendo a dura prova le imprese locali, molte delle quali faticano a mantenere la competitività sul mercato. Confartigianato chiede misure più incisive a sostegno dell’intero comparto manifatturiero e un approccio politico straordinario per affrontare una crisi che non può essere risolta con interventi temporanei, ma richiede una visione strategica a lungo termine.

Redazione, G. Ch.

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