COSTUME E SOCIETÀ - 05 aprile 2025, 07:10

Aprile 2025, una parola sarda al mese: “B” come “BABAIÈCCA”

Incipit, “B”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009.

Incipit, “B”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009.

Radici e semantica delle parole sarde rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella

BABAIÈCCA in Campidano significa 'uccisione del genitore' ultrasettantenne. Ugualmente a Gairo, dove l'antica tradizione ha prodotto persino una leggenda. A quanto pare, tale evento è rimasto latente nella memoria, provenendo da tradizioni arcaiche, plurimillenarie.

A babbayecca possiamo accordare basi etimologiche sumero-accadiche, col significato di 'orfano del padre', o 'lutto per il padre'. Ma può anche significare 'privarsi del padre' (akk. ekû 'impoverito, orfano, in lutto'). Tuttavia questa seconda interpretazione può sembrare alquanto "gentile”.

Babay a sua volta è termine vivissimo nel Campidano ed è uno degli appellativi del Sardus Pater venerato nel tempio punico-romano di Antas. Babay è voce ancora viva nell’antico sardo babbu, babbáy, con le conseguenze del caso: provenienza dal sumerico babaya < ba-ba-ya 'old man'.

Nel costrutto fonetico babbai-ècca il secondo membro richiede ulteriori chiarimenti. Potremmo infatti dedurlo anche dall’egizio geroglifico åh ‘to utter cries of joy’, åhaa ‘shouts of joy’, åḥā ‘to rejoice’; ma anche åḥi ‘to smite, strike’; ed anche åh ‘sadness, misery, trouble, calamity, affliction’, åhai ‘death cry, death sentence’. Ricordo che /å/ dev'essere letto come /e/. In tal guisa possiamo tradurre babay-ecca come ‘sentenza di morte per il genitore’.

C.S. Salvatore Dedola, glottologo-semitista

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