Secondo l'Istat, nel 2024, circa 156 mila cittadini italiani hanno lasciato il Paese per trasferirsi all’estero, e la maggior parte di loro sono giovani lavoratori qualificati, che sostengono di amare il proprio Paese natale, ma che purtroppo questo non possiede molte prospettive di crescita, in
particolare per le donne. Altri ancora, sostengono invece che in ambito lavorativo si venga trattati come un “accessorio numerico”.
L’esperto Sergio Nava, in un’intervista, espone il fatto che già nel 2010 i giovani si lamentavano delle condizioni di lavoro in cui si trovavano. Egli
aggiunge che furono stipulate delle norme che tutelavano i lavoratori, ma che col tempo vennero progressivamente smantellate. Inoltre, un altro problema a cui lo studioso fa riferimento é il fatto che si parla di questa problematica più sui social media che in Parlamento: “Si parla tanto di emigrazione, ma non di questo tipo”. I Paesi preferiti per cercare lavoro? sono Spagna, Germania e Regno Unito.
Perché i giovani lavoratori qualificati si spingono a cercare opportunità lavorative al di fuori dell’Italia? La maggior parte delle persone intervistate risponde a questa domanda dicendo che i salari non sono abbastanza gratificanti, e non permettono di soddisfare un degno stile di vita: sono
questi ultimi il motivo principale dell’emigrazione. In aggiunta, una giovane lavoratrice italiana che vive all’estero, sottolinea che in Italia i luoghi di lavoro spesso sono tossici, gerarchici e hanno poca diversità tra loro.
È condiviso da molti il fatto che sia giusto che i ragazzi facciano esperienze all’estero, ma il problema é che sono poco attratti dall’Italia e spesso non tornano. Cosa si potrebbe fare per evitare ciò? Per alcuni i ragazzi hanno bisogno di opportunità di crescita nelle aziende, e il punto di
partenza per garantire ciò é la formazione: quest’ultima andrebbe perfezionata in modo da poter assicurare profili lavorativi gratificanti, anche
in termini di salari.
Forse in Italia, a differenza di altri Paesi come Cina o Stati Uniti, servirebbero più investimenti nei settori di alta produttività, per dare i giovani maggior opportunità lavorativa, migliori condizioni di lavoro e maggior riconoscimento in base alle proprie competenze, tutti fattori che attraggono i giovani lavoratori a trasferirsi all’estero!