C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui la città di Biella continua ad affrontare — o meglio, a ignorare — le sfide della mobilità urbana contemporanea. L’ultima, emblematica decisione è sotto gli occhi di tutti: la cancellazione totale della pista ciclabile che costeggiava l’area universitaria e Cascina Oremo. Un’infrastruttura modesta ma preziosa, che rappresentava un raro esempio di attenzione verso la mobilità dolce in una città da sempre affetta da un’automobilite acuta.
La giustificazione, come sempre, rasenta il grottesco: la pista sarebbe stata “pericolosa”. Una motivazione che si smonta da sola se si considera che quella corsia, seppur migliorabile, garantiva un corridoio protetto per biciclette, studenti, lavoratori e cittadini. La sua eliminazione, al contrario, ha restituito l’intera carreggiata al traffico motorizzato, incrementando i rischi per chi si ostina — con coraggio e incoscienza — a voler pedalare in una città che sembra dichiarare guerra alla bicicletta.
Siamo davanti all’ennesima dimostrazione di miopia amministrativa, dove la gestione dello spazio pubblico non solo ignora ogni logica di sostenibilità, ma si fonda su una visione novecentesca della città: auto ovunque, a qualsiasi costo. Una visione che contrasta con ogni strategia urbana innovativa adottata in Europa e anche in molte città italiane, dove si investe con coraggio su ciclabilità, pedonalità e qualità dello spazio urbano.
A Biella, invece, si rimuove. Si cancella. Si torna indietro. E lo si fa con l’arroganza tipica di chi si sente immune da ogni confronto. A ogni critica, l’Amministrazione risponde con giustificazioni sempre più surreali, alimentando una narrazione difensiva e autoreferenziale che ha ormai perso ogni contatto con la realtà.
Ma la città è fatta di cittadini, non di assessorati. E i cittadini hanno il diritto di pretendere scelte coraggiose, trasparenti e orientate al futuro. La cancellazione di una pista ciclabile, soprattutto in un’area strategica per la formazione, la ricerca e l’innovazione, è un segnale inquietante: significa tagliare fuori proprio quei soggetti — studenti, giovani professionisti, lavoratori della conoscenza — che più di altri chiedono spazi urbani più vivibili, sicuri e moderni.
Prima si plaude alla scelta di proporre il servizio di bike sharing e poi si eliminano le piste ciclabili che vanno proprio verso le istituzioni scolastiche.
Oggi Biella si distingue, purtroppo, non per la qualità delle sue politiche pubbliche, ma per la sorprendente capacità di giustificare l’ingiustificabile. Un triste primato che speriamo non diventi una cifra identitaria.
POLITICA - 05 aprile 2025, 07:40
Foglio Bonda e Barresi: "Quando la sicurezza va in retromarcia: a Biella si cancella la mobilità sostenibile con un colpo di vernice (e di miopia)"

Foglio Bonda e Barresi: "Quando la sicurezza va in retromarcia: a Biella si cancella la mobilità sostenibile con un colpo di vernice (e di miopia)"