Il Giardino Botanico di Oropa, Oasi WWF, custodisce sin dalla sua apertura (1998) le collezioni naturalistiche del Santuario di Oropa, costituite dall’Erbario storico, dall’insettario e altri reperti. La valorizzazione di questi beni è un'operazione importante dal punto di vista culturale, scientifico e anche didattico e da subito le attenzioni principali si sono rivolte a quelli di maggior valore, sia storico che scientifico. Ovviamente, l’Erbario (custodito in Santuario di Oropa dal 1917) è stato il primo a essere recuperato. Culturalmente, il recupero di un erbario rappresenta un arricchimento di valore storico (serve a tracciare, per esempio il lavoro dei botanici piemontesi e nel nostro caso biellesi del passato). Scientificamente, i campioni del Flora Montis Oropae e degli altri erbari conservati dal Giardino Botanico di Oropa (in tutto parliamo di oltre 3.200 campioni), potranno integrare e affinare i risultati delle ricerche sul campo, ad esempio in funzione dei cambiamenti climatici in o degli impatti umani sugli habitat naturali. Didatticamente, con il catalogo e le attività di comunicazione è possibile il coinvolgimento non solo degli addetti ai lavori, ma anche del pubblico generico e delle scuole che frequentano la Valle Oropa. Oltre a questi obiettivi primari (conservazione del bene e valorizzazione documentale) si possono aggiungere altri vantaggi dallo studio degli erbari: innanzi tutto la possibilità di ottimizzare la ricerca sul campo delle specie vegetali rare e critiche del territorio, finalizzata, per esempio, sia alla raccolta dei semi per le accessioni alla Banca del Germoplasma vegetale regionale (obiettivo di conservazione), sia al monitoraggio delle stazioni di presenza delle specie sul territorio (obiettivo di vigilanza territoriale) e condurre il monitoraggio delle stazioni di specie alpine rare e/o minacciate secondo le Liste Rosse Regionali. Va detto che il Giardino di Oropa ha un’intensa attività di conservazione: esso coltiva, tra le altre, 31 specie spontanee delle 119 (il 26%) valutate a diversi livelli di rischio d’estinzione nel territorio biellese. Molte di queste sono monitorate anche utilizzando i dati contenuti nell’erbario, che servono a valutare la distribuzione delle piante sul territorio della Valle Oropa.
La digitalizzazione degli erbari
La digitalizzazione e messa in rete delle collezioni naturali sta ricevendo moltissima attenzione a livello nazionale e internazionale, quale strumento straordinariamente efficace per potenziare le scienze biologiche ed ambientali.
Le collezioni exsiccata negli erbari sono anche un importante antidoto al rischio dell'approssimazione e della non-verificabilità, perchè da secoli conservano la base fisica e tangibile di ogni dato. È quindi indispensabile che queste informazioni non vadano perse e che i reperti museali e i dati ad essi associati siano messi in sicurezza attraverso operazioni di digitalizzazione.
L'occasione per avviare questo processo e quindi favorire l'acquisto delle attrezzature per allestire il laboratorio di digitalizzazione, nonché finanziare il lavoro, è stato il progetto del Giardino Botanico di Oropa “Scienza 100”, sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo nel 2020.
Successivamente, nel 2023, vi è stata la possibilità di accedere ad un Bando PNRR (TOCC-Transizione digitale Organismi Culturali e Creativi) che ha permesso un ulteriore step del processo di virtualizzazione dei dati contenuti negli erbari conservati ad Oropa
Va detto che senza il continuo sostegno anche di Fondazione CR Biella e dei molti, piccoli ma grandi, donatori, difficilmente questi traguardi sarebbero stati raggiunti.
Dal punto di vista della valorizzazione, il Giardino ha intrapreso da tempo un percorso di "Public engagement” (coinvolgimento del pubblico) che consiste sostanzialmente nella divulgazione, da parte del personale di ricerca e di staff, delle scoperte o anche solamente dei dati in possesso della struttura, al pubblico.
La creazione del podcast “BotaniCAST” fa parte proprio di questa strategia ed è stato realizzato grazie ai fondi resi disponibili dal Bando PNRR che prevedono un’implementazione del sito web (www.gboropa.it) per permettere una più ampia capacità di divulgazione digitale dei progressi scientifici del Giardino e facendo spazio alle nuove possibilità comunicative date da “pillole” scientifiche di botanica e ad un podcast, uno dei contenuti principali della nostra “dieta mediatica”. Un contenuto tanto democratico quanto funzionale ad ogni tipo di fruizione, in cui la produzione amatoriale gioca ancora un forte ruolo, ma che si punta a professionalizzare, sia come contenuto autonomo sia come contenuto di supporto. La diffusione dei podcast è spiegabile da tre fattori congiunti: l’evoluzione tecnologica, sempre più orientata alla semplicità di fruizione dello streaming; la crescente domanda di contenuti digitali da parte dei consumatori finali; il proliferare di nuove piattaforme distributive.
Nella galassia dei nuovi media digitali, il podcast rappresenta dunque un formato alternativo di comunicazione, un’estensione delle attività quotidiane delle radio e degli editori, in cui trovano facile spazio contenuti di informazione, educazione e intrattenimento. A livello tecnico si tratta di contenuti digitali “semplici”, di file audio di buona qualità, facilmente divulgabili e fruibili. Il podcast è composto da puntate basate su una struttura definita a priori in funzione del tema trattato, del formato e della durata. La prima serie è proprio dedicata agli erbari, alla loro storia e all’utilizzo che oggi ne possiamo fare per sopravvivere ai guai dell’Antropocene…