CRONACA - 08 aprile 2025, 06:50

Morti sul lavoro in aumento: allarme rosso in Italia, Biella resta a zero

Morti sul lavoro in aumento: allarme rosso in Italia, Biella resta a zero.

Morti sul lavoro in aumento: allarme rosso in Italia, Biella resta a zero.

Nel primo bimestre del 2025, l’Italia registra un dato allarmante: sono già 138 le vittime sul lavoro, con un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo del 2024. A riportarlo è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, che ha aggiornato la mappatura dell’incidenza degli infortuni mortali, fornendo un quadro preoccupante a livello nazionale.

Le morti in occasione di lavoro sono state 101 a febbraio, mentre 37 sono avvenute in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro. Lombardia e Veneto guidano la classifica per numero assoluto di decessi, mentre Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Puglia, Liguria, Abruzzo e Calabria si collocano in zona rossa per incidenza, con oltre il 25% di vittime in più rispetto alla media nazionale (4,2 decessi ogni milione di occupati).

Il Piemonte si trova invece in zona arancione, con un’incidenza compresa tra il 100% e il 125% della media nazionale. La provincia di Biella, però, non compare tra quelle con vittime registrate: secondo l’elaborazione dell’Osservatorio basata sui dati INAIL aggiornati al 28 febbraio 2025, Biella fa parte del folto gruppo di province (oltre 40) a incidenza zero, con nessun decesso segnalato in occasione di lavoro​.

A livello settoriale, le attività manifatturiere e il comparto trasporti e magazzinaggio risultano i più colpiti con 12 vittime ciascuno, seguiti dalle costruzioni (11) e dal commercio (7). I giorni più tragici risultano martedì e mercoledì, con oltre il 20% degli infortuni mortali complessivi.

Preoccupa il dato relativo all’età: le incidenze più alte si registrano tra gli ultrasessantacinquenni (7,7 per milione) e nella fascia 55-64 anni (7,1). Inoltre, i lavoratori stranieri risultano doppiamente esposti al rischio rispetto agli italiani: con 21 decessi a febbraio, la loro incidenza raggiunge quota 8,4, contro il 3,7 degli italiani.

Un piccolo segnale positivo arriva dalle denunce complessive di infortunio (mortali e non), in lieve calo del 3,4% rispetto al febbraio precedente, ma il presidente dell’Osservatorio Mauro Rossato tiene alta l'attenzione su una tematica che non accenna a migliorare.

Redazione, G. Ch.

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